La Storia di Maurizio
Questa è la storia di MAURIZIO…
All’epoca in cui inizio questa storia MAURIZIO, è ancora un bambino. Un bambino come ce ne sono mille, forse duemila e anche qualcuno di più.
MAURIZIO è un bambino semplice e di poche parole, un bambino cui piace giocare, ridere e scherzare.
MAURIZIO è sempre allegro e sorridente, di quell’allegria semplice che solo l’inconsapevolezza dei bambini può dare.
Noi adulti siamo gente strana, abbiamo mille pensieri, viviamo il presente pensando al futuro, e ricordando il passato.
Abbiamo felicità e allegrie sfuggenti, perché il nostro futuro ci da pensieri.
Il mutuo, i debiti e le bollette da pagare.
I mille problemi della vita quotidiana, cosa faccio da mangiare per domani? Che vestito mi metto? Uffa il lavoro, che rottura di scatole… il mio capufficio che rompiscatole… la televisione ha detto che la crisi non passerà tanto presto, speriamo di non perdere il lavoro… e se lo perdo come faccio….?
Ecco, questi siam noi adulti ma i bambini no…
I bambini vivono al presente, MAURIZIO vive al presente.
Il suo passato è stato come il presente e per lui, il futuro, sarà uguale, momenti in cui ridere e giocare.
MAURIZIO come tutti i mille bambini come lui, è semplice, non ha mille esigenze e nemmeno milioni di richieste.
Se ha fame vuole mangiare, se ha sonno vorrebbe dormire. Gli piace la musica e passerebbe giornate intere ad ascoltarla, qualunque essa sia. Spazia dal rock alla lirica senza batter ciglio e quando l’ascolta entra in un mondo tutto suo, fatto di serenità.
Sicuramente MAURIZIO ha dei pensieri, ma non li dice. Resta chiuso e silenzioso ma felice, nella magia che lo circonda.
La storia di MAURIZIO è una storia complicata ma, da un certo punto di vista, molto semplice.
Quando MAURIZIO era piccolo, veniva spesso portato in vacanza lontano da casa sua.
Quando andava in vacanza vedeva sempre attorno a se tante persone, vestite strane, che lo coccolavano e lo curavano ma a lui, quelle vacanze, non sono mai piaciute. Avrebbe sicuramente preferito passarle a casa sua quelle giornate. A giocare con i suoi giochi, ad abbracciare il suo papà, ad ascoltare la sua musica e a dormire nel suo letto.
Nonostante tutto, quando tornava dalle sue tante vacanze, era come se non fosse successo nulla di strano, era quello di sempre, sorridente e affettuoso, dolce e, come tutti i bambini della sua età, un gran “rompiscatole”. D’altronde, come dicevo, per i bambini non conta il passato e non pensano al futuro e per MAURIZIO non è diverso, esiste il presente fatto di giochi e musica.
MAURIZIO tutti i giorni prende il pulmino e va a scuola, gli piace, quando arriva si vede che è contento, abbraccia la maestra e poi va in classe con i compagni a fare mille attività; ma MAURIZIO non parla mai dei suoi compagni, delle sue maestre o della sua scuola.
MAURIZIO cresce, diventa sempre più grande, continua ad andare a scuola, a giocare e a ridere, è un bambino felice. Continuano anche le sue vacanze, una volta qui e una volta la, ma come le vacanze arrivano, le vacanze finiscono e poi si dimenticano.
Lo dicevo prima, siamo noi adulti ad esser strani. Spesso diciamo “vorrei tornar bambino” ma poi sempre adulti restiamo. MAURIZIO è fortunato, lui è un bambino che, anche passando gli anni, resterà sempre bambino, cosi come vorremmo fare noi adulti.
MAURIZIO è un bambino speciale, i dottoroni lo chiamano CHARGE.
Chi conosce l’inglese subito penserà a CHARGE = CARICA, al cellulare ed alle batterie…
Ma lui è C.H.A.R.G.E., con i puntini, che è un nome di quelli difficili, che di solito vengono dati da quei personaggi strani che studiano, che scoprono qualche cosa e a quel qualche cosa danno, con orgoglio, il proprio nome.
Non importa se quello che han scoperto è una cosa bella oppure brutta. Ci son studiosi che danno il loro nome alle stelle e studiosi che danno il loro nome alle malattie. I primi, permettetemelo, son più fortunati dei secondi ma i secondi avranno sempre la mia simpatia.
C.H.A.R.G.E. vi raccontavo… Almeno quello non è il nome di chi l’ha scoperto. E’ un acronimo. Ogni lettera corrisponde ad una caratteristica di MAURIZIO.
Se io fossi Bello, Alto, Biondo e Magro sarei B.A.B.M.
Non voglio e non devo raccontarvi l’acronimo di C.H.A.R.G.E. a volte nemmeno i grandi dottoroni lo sanno e non fa alcuna differenza, ne per me, ne per voi e nemmeno per MAURIZIO che se ne va a spasso allegramente con la sua macchina e continua a ridere e giocare come un qualunque bambino felice.
Dovete solo sapere che la macchina di MAURIZIO non è proprio una macchina, è una bellissima sedia a rotelle rossa fiammante.
Si, perche MAURIZIO non sa camminare. MAURIZIO non racconta dei suoi compagni di scuola perche MAURIZIO non sa parlare.
Parla con il sorriso, parla con gli abbracci, gli strilli e parla con gli occhi.
Le vacanze di MAURIZIO sono quelli che noi adulti chiamiamo ricoveri in ospedale e quelle persone vestite strane, di cui raccontavo prima, sono medici e infermieri, angeli; che nel silenzio e nell’indifferenza di molti, salvano vite e curano le persone.
Ora i benpensanti strabuzzeranno gli occhi e si diranno “non ci posso credere, l’ha scritto davvero”…
MAURIZIO è handicappato.
NOOO direte… ma come si fa… non è giusto… non è corretto… non è accettabile…
si dice portatore di handicap, anzi no disabile, anzi no diversamente abile, magari domani si dirà in modo diverso…
Non è così e lasciate che ve lo racconti io che lo so. Lo so perché MAURIZIO, a me, con i suoi occhi vispi ed i suoi abbracci intensi me l’ha raccontato, me l’ha detto e mi ha chiesto di raccontarlo al mondo.
A lui come lo si chiama non gliene importa nulla. Lui è semplicemente MAURIZIO e si sente speciale, poi se qualcuno, per necessità, per esigenza o per perbenismo ha voglia di catalogarlo si accomodi, faccia pure.
MAURIZIO ha altri pensieri, altre esigenze ed altre richieste. MAURIZIO vorrebbe poter vivere la sua vita serenamente e serenamente vivere le sue “vacanze”.
MAURIZIO vorrebbe poter stare con chi gli vuole bene fino a quando gli sarà possibile, anche quando loro, vecchi e stanchi, non ce la faranno più ad aiutarlo in tutto.
MAURIZIO vorrebbe che chi si è preoccupato di come catalogarlo, da domani cominci a preoccuparsi di come salvaguardarlo, di come fare in modo che non abbia nessuna difficoltà quando chi gli vuole bene non ci sarà più. Lui come tutti i suoi amici come lui.
Vorrebbe che chi ha il potere di decidere, prima di farlo, scendesse sulla terra, venisse a trovarlo, provasse a toccare con mano cosa vuol dire, vedesse quali sono le difficoltà e quali sono invece le possibilità. Vedesse quel poco che c’è e quel tanto che manca…
MAURIZIO vorrebbe far capire che chi pensa a lui ed ai suoi amici, come un problema da risolvere, dovrebbe cambiare prospettiva e cominciare a pensare a loro come delle opportunità da sfruttare.
MAURIZIO chiede agli adulti di tornare bambini di tornare a pensare ad un mondo in cui non ci siano diversità.
MAURIZIO chiede agli adulti di guardare il mondo con occhi da bambino e gli occhi da bambino non vedono diversità. Anzi, le vedono e credono che le diversità siano la normalità. I bambini sono meno ingenui di quello che si pensa, se qualcuno di loro resta indietro, altri si fermano ad aspettarlo, senza bisogno dell’adulto che glielo dica.
Alle volte è proprio per colpa dell’adulto che il bambino, crescendo, impara l’egoismo e la superficialità, e che, una volta imparato questo, potrà dire “finalmente sono adulto”. Per questo MAURIZIO vi chiede di vedere il mondo con gli occhi dei bambini.
MAURIZIO vi aspetta, voi non fatelo aspettare.
💪😘
Ciao Maurizio!!! <3
una storia così vera, bella, commovente..un bambino, un ragazzo…ora quasi un uomo..ma pura luce d’amore…ciao Maurizio ti voglio bene